Una piccola realtà e un grande sogno. I libri di alba pratalia si rivolgono a un pubblico di amici e di appassionati, ma ambiscono anche a riempire certi vuoti lasciati dall’editoria di oggi; il catalogo conta appena tredici titoli, eppure dietro ogni libro ci sono una cura e un amore quali si può permettere solo chi lavora per passione, senza fini di lucro. E l’attenzione per i luoghi vicini e familiari non esclude l’apertura verso orizzonti più lontani.
La collana principale, «alba pratalia», raccoglie delle storie legate al paesaggio, con l’intento di costruire degli itinerari da ripercorrere con una disposizione affettiva, oltre che culturale. Iniziata con una una trilogia di cammini attraverso le montagne, dai Lessini dei fratelli Stuparich al Baldo di Calzolari all’Appennino di Campana, è proseguita con tre volumi di lettere: due narrano il rapporto tra Antonia Pozzi e Dino Formaggio, incentrandosi sulla passione della giovane poetessa per la fotografia, l’altro fa rivivere i giorni passati a Verona da John Ruskin. L’ultimo libro, dedicato ai diari di Giovanna Zangrandi, ci riporta in montagna, sulle Dolomiti del Cadore.
Col tempo, sono nate altre tre collane: «gli albini», che recuperano patrimoni figurativi dimenticati (gli acquerelli marini di fra Petronio e le foto dipinte a mano di František Krátký) o danno nuova veste a storie del passato (le illustrazioni di Patrizia Uboldi per la leggenda di Fiorio e Biancifiore); «negro semen», volumetti che ripropongono racconti di scrittori sensibili ai temi dell’ambiente, quali Stuparich e Comisso; e infine «i cammini», che conta per ora solo un titolo, dedicato a un viaggio in Tibet rivissuto tra parola e immagine, com’è nello spirito di tutti i nostri libri.