Il poeta fotografo
Giovanni Comisso
Nel 1940, in un articolo dedicato a Flaubert, Giovanni Comisso rifletteva sul rapporto tra la scrittura e la fotografia e indicava cinque suoi scritti come esempi della sua meta ideale: una prosa intenta a cogliere «l’ansito interno dei fatti», quel respiro della vita che nessuna macchina potrà mai percepire.
Il ritratto corale di Una calle di Chioggia, il rito estivo della Sagra delle indemoniate, il dramma silenzioso di Operazioni chirurgiche, l’affresco contadino di Giorno di nozze e la fantasmagoria animale e meteorologica di Cavalli a Verona sono presentati per la prima volta insieme in questo libro, che offre così uno spaccato significativo dell’opera di Comisso, ispirata dal paesaggio di un Veneto d’acque e di colline e dalle figure umane che vi sono accolte come in «un secondo grembo materno».
«Le pagine di Comisso sono anzitutto belle, come sono belli gli alberi, la luna, i monti, come sono belle tutte le forme e le apparizioni della vita» (Guido Piovene).
Giovanni Comisso, Il poeta fotografo, con Cavalli a Verona e altri racconti, a cura di Giuseppe Sandrini
cm. 12×17, 96 pagine
novembre 2017
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