Il ponte scomparso
L’azzurro sereno che si fa largo tra le nuvole ci parla di una giornata di primavera, la fine di aprile o l’inizio di maggio. Passa ancora un brivido di freddo nell’aria di questa Verona 1945 dipinta dall’inglese Carel Victor Morlais Weight, Official War Artist dell’esercito britannico durante la seconda guerra mondiale.
Due ragazzi seduti sopra la gradinata della Dogana sono rivolti verso l’Adige e la quinta delle colline; e anche noi, seguendo il loro sguardo, incontriamo The remains of Ponte Navi, come si intitola il quadro, un olio su tela qui riprodotto dal sito dell’Imperial War Museum di Londra. I ruderi del ponte sono semisommersi dalle onde che scendono impetuose verso valle, mentre sulla riva un autocarro e sparse figure umane testimoniano, come il verde dell’erba rinata tra le pietre, la vita che riprende nella città appena liberata.
Altri quadri di Weight (1908-1997) raffigurano il ponte della Vittoria e quello scaligero, anch’essi fatti esplodere dalle truppe tedesche durante la ritirata. Ma la testimonianza più struggente di ponte Castelvecchio distrutto è nel film francese Les amants de Vérone di André Cayatte, una rivisitazione della storia di Romeo e Giulietta girata in città nel 1948: in una scena si vedono i protagonisti (Serge Reggiani e Anouk Aimée, futura interprete della Dolce vita di Fellini, allora solo sedicenne) tuffarsi nel fiume dalle rovine dei piloni. E con quei due innamorati che nuotano nella corrente placida dell’Adige la guerra è veramente finita.