Un omino nel paesaggio

All’inizio di questa storia c’è un omino. Camminando nella neve, si è fermato un momento per osservare il paesaggio; nella mano ha un bastone, in testa un cappello. Non sappiamo niente di lui, è solo un particolare in una fotografia. Ma il suo sguardo lontano e silenzioso rappresenta bene lo spirito con il quale, nel 2005, alcuni amici hanno fondato l’associazione alba pratalia, che prende il nome dai “prati bianchi”, di neve e di carta, evocati nell’indovinello veronese.

Il nostro omino somiglia a certi minuscoli personaggi della pittura cinese, che sembrano sperduti nell’immensità e si rivelano invece il vero centro di un paesaggio, il suo cuore pulsante (ne parla François Cheng nelle Cinque meditazioni sulla bellezza). Ma ricorda anche «l’omino sul ciglio del burrone» che affascinava Luigi Ghirri nelle prime fotografie di paesaggio che vedeva da bambino, «dove immancabile, immobile, appariva un piccolo uomo sovrastato da cascate, monti, rocce, alberi altissimi e palme grandiose». La presenza di questa figuretta umana «in continua contemplazione del mondo» conferiva alle immagini (scrive Ghirri nel libro Niente di antico sotto il sole) un fascino particolare: «Mi piaceva anche l’idea che il fotografo non fosse mai solo in questi luoghi, che avesse sempre a disposizione un amico o un conoscente, che attraversava il mondo con il fotografo per scoprirlo e rappresentarlo».

Ci fa compagnia, insomma, il nostro amico sconosciuto, lungo i “prati bianchi” di questo sito; come se fosse accanto a noi mentre percorriamo i luoghi e gli itinerari che ci proponiamo di far conoscere e apprezzare. E il suo cammino prosegue nei libri pubblicati da alba pratalia, dove però cambia aspetto ogni volta, perché ogni racconto e ogni paesaggio hanno il loro omino nascosto, da cercare tra le pagine.

Giuseppe Sandrini

La fotografia è di Aldo Ottaviani